Controlla il tuo EGO


Oggi voglio condividere con voi alcuni pensieri nati dopo aver letto un ottimo libro di Ryan Holiday intitolato “Ego è il nemico”. Abbiamo già discusso un altro libro di questo autore nel podcast numero 53, e ho fatto molti episodi da allora. Potrei sembrare arrogante dicendolo, ma questo è solo un esempio di come l’ego sia sempre presente in ogni momento del nostro percorso. Quando l’ambizione ci spinge a creare dei progetti, l’ego è lì ad aspettarci, e quando li raggiungiamo, ci gonfiamo il petto diventando dei pavoni. Ma poi cadendo nel fallimento, anche l’ego è lì ad aspettarci. È sempre presente nella nostra vita, e gestirlo con cura può portarci ad essere una versione migliore di noi stessi. Ryan Holiday ha addirittura tatuato sul braccio il titolo di questo libro, “Ego is the Enemy”

Quando parliamo di ego oggi, intendiamo quel malsano pensiero che ci fa credere di essere molto più di quanto siamo in realtà. Questo porta all’arroganza, alla tracotanza, e all’avere un bambino viziato e prepotente dentro di noi che cerca costantemente di dimostrare di essere il migliore. Cerchiamo l’approvazione e la pacca sulla spalla, vogliamo sentirsi dire “sei bravissimo, sei il migliore”. In realtà, questo sistema interno non serve a niente. Oggi vogliamo smontarlo e cercare di liberarci da questo atteggiamento dannoso.

Parlando dell’ego durante le nostre aspirazioni e ambizioni, è importante sottolineare che il talento è solo il punto di partenza. Non possiamo darlo per scontato e dobbiamo saperlo coltivare e sfruttare al meglio. In alcuni casi, infatti, il talento può diventare un ostacolo se ci fa credere di essere già bravi in qualcosa senza doverci allenare o preparare. Dobbiamo smetterla di parlare dei nostri progetti e cominciare ad agire: se vuoi scrivere un libro, inizia a scrivere una pagina; se vuoi aprire un blog, comincia a creare il sito internet; se vuoi andare in palestra, iscriviti. Pensa in grande, ma agisci in piccolo.

Come diceva Lao Tzu, “chi sa non parla, chi parla non sa”. Durante questa fase, il silenzio diventa una forza inarrestabile. Non parlate dei successi che volete raggiungere se non li avete ancora raggiunti. Immaginate di passare quattro ore al bar a parlare del vostro progetto con gli amici. In quelle quattro ore avreste potuto fare il primo passo per realizzarlo. L’ego ci porta a cercare l’approvazione degli altri prima ancora di aver fatto qualcosa. Chi realmente fa le cose, sta zitto perché non ha tempo di parlare. L’unica relazione che esiste tra il lavoro duro e la chiacchiera è che una uccide l’altra. Provate a camminare verso le vostre mete in silenzio e vedrete come le cose miglioreranno. Non parlare dei tuoi progetti, falli.

Essere o dire di essere, qui è dove l’EGO viene fuori. Perché puoi cercare di sembrare una persona autoritaria, ma avere dell’autorità non ti rende autoritario. Ricevere una promozione sul lavoro non vuol dire necessariamente che siete bravi, né che non lo siete. Dipende spesso da altri fattori. Impressionare la gente non è la stessa cosa di essere impressionanti. Quindi, da che parte vuoi stare, in quella che realmente trasmette e diventa le cose che desideri o quella che le dice? E questa è una tua scelta, ma sappi che l’ego vive e si alimenta della voglia di impressionare. Quindi smetti di impressionare, diventa impressionante.

Rimani uno studente, non diventare uno che pensa di sapere tutto, lascia sempre la porta aperta a imparare cose nuove. È la chiave per scalare la montagna che ti aspetta. Essere uno studente poi ha anche un grande beneficio: metti l’ego nelle mani di altri, tu sei uno studente, stai costantemente imparando. Qualunque cosa ti succeda nella vita la prendi come una palestra per imparare degli strumenti per quello che verrà. Io ho sempre pensato a un qualcosa che mi dava sollievo. Ho fatto una vita strana, non ordinaria, che non vuol dire che sia né meglio né peggio di quella di altre persone che hanno seguito una direzione più lineare. Se fossimo in mare, io sarei un pirata, non un marinaio. E a un certo punto ho capito che i vari blocchi della mia vita, le varie vite che vivevo, erano essenziali per quelle che venivano dopo, e di solito uno fa questo ragionamento alla fine della sua esistenza.

Si guarda indietro e comprende che quel lavoro che non mi piaceva e odiavo e mi faceva stare male mi stava solo insegnando alcuni strumenti per quello dopo, che quella relazione sentimentale mi aveva insegnato quello che non voglio da una persona. Ce da iniziare a guardare avanti mentre fate qualcosa e pensare che vi servirà in un modo o nell’altro per quello che viene dopo, e trovare maestri in questa vita oggi è diventato facile. Avete i libri, i corsi, i seminari, le lezioni che vi dà la vita. Dappertutto trovate un maestro, ma sempre e quando rimanete studenti. Come dice il famoso proverbio, quando lo studente è pronto, il maestro arriva, e puoi arrivare in tante forme. Tenete gli occhi aperti e rimanete sempre studenti.

Lavorare, lavorare, lavorare, ci sono 3 nemici tra le schiere dei soldati dell’ego che vi impedisco di raggiungere i vostri obiettivi: il primo è rimanere fermi dove siete, state comodi, e accettate tanti piccoli compromessi quotidiani che vanno a logorare lentamente la vostra vita. Ma l’ego vi dice “stai bene lì dove sei, stai comodo”. Il secondo nemico è “non provarci”, “no, queste cose non fanno per me”, “no, io con le lingue non sono bravo”, “uff, la matematica che cazzo”. Non provarci nemmeno perché qualcosa dentro di voi vi ferma: troppo difficile, troppo lungo, troppo sforzo. E da qui nasce il terzo nemico: le scorciatoie. Tutti vogliono un cammino facile verso le cose difficili, ma niente che conta nella vita si ottiene facilmente. Le cose che arrivano facilmente se ne vanno facilmente. Senza lo sforzo e il lavoro non si va da nessuna parte. Smettete di ascoltare questi canti delle sirene che saltano ogni due per tre su pagine di internet e social. Dovremmo essere tutti magri, belli, forti e milionari se così fosse, ma è tutto finto. Non puoi coltivare una reputazione su quello che farai, ma la coltivi su quello che fai. La gratificazione immediata è qualcosa di distruttivo per le nostre vite. Se vuoi qualcosa, abbassa la testa, mettiti a lavorare e vattela a prendere.

E quando te la sei presa, quando sei sulla cima, l’ego ci assale e ci fa credere che ora possiamo fare qualsiasi cosa, siamo sul tetto del mondo. Ti è andato bene quel business, allora ne fai un altro, tanto tutto quello che tocchi diventa oro. E invece, se vai con quel atteggiamento, con quel approccio, la tua prossima avventura rischia di essere un fracasso, e nel libro si citano diversi esempi a riguardo. Abbiamo la tendenza a diventare il monumento di noi stessi. L’arroganza ci porta a essere una caricatura. C’è da vivere secondo dei valori, dei principi, perché altrimenti ci perdiamo.

Un famoso coach americano di football diceva ai suoi giocatori di giocare per il nome che sta davanti alla maglietta, quindi per la squadra, e tutti si ricorderanno il nome che sta dietro, quindi quello del giocatore. A un certo punto funziona così, c’è da giocare per un motivo più grande di noi, essere consapevoli che siamo solo un puntino nel mondo, rimanere umili e sobri nella vittoria perché tutto è passeggero, effimero, e nessuno è imprescindibile.

A volte ci si crede un dio nel lavoro, ma se te ne vai in 3-4 giorni c’è già un annuncio di ricerca e poi trovano un altro dio nel lavoro, e di te si dimenticano in pochissimo tempo. Quindi non vivere per il lavoro, non vivere per il tuo capo, per le medaglie che ti mettono al collo, vivi per qualcosa di più importante, di più grande. Può essere la tua famiglia, qualche altro scopo maggiore che hai nella vita. A un certo punto devi avere chiari i tuoi valori. Questo non è un viaggio dove si arriva a un punto e ci si ferma, è un viaggio di continua evoluzione, crescita e apprendimento. E quando smetti di farlo perché credi di essere arrivato, è lì che l’ego prende le redini della tua vita. E ti controlla.

Ryan Holiday dice che invece di pensare al fatto che stiamo vivendo una storia eccezionale e di grande successo, dovremmo rimanere concentrati nell’esecuzione di quella storia, continuare a essere disciplinati, perché quello che ci guida sono i valori, i principi e qualcosa di molto più grande di noi. Qualunque vittoria o successo raggiungete, la sobrietà deve essere presente nel vostro carattere. Invece di volere sempre di più, cercate di capire cosa è realmente importante per voi.

E infine, si cade nella tragedia e nel dramma, e qui accade una cosa bellissima: l’ego scappa dalla sofferenza e dal dolore. Quante volte abbiamo incontrato persone arroganti che poi cadono in disgrazia, e proviamo tenerezza per loro. Ci avviciniamo a persone che prima ci erano repulsive, perché l’ego è scappato via da loro. E poi ci sono coloro che cadono in disgrazia e continuano ad essere arroganti. Non è colpa loro, non dipende da nulla che abbiano fatto. Ma quelli continueranno a restare dei coglioni. Non sopporto i tennisti che quando sbagliano un servizio guardano la racchetta. Ma che cazzo guardi la racchetta? Sei tu!

Abbiamo tutti la tendenza a pensare che siano sempre i fattori esterni a farci cadere, a mandarci in rovina. E tutte quelle frasi che passano per la nostra mente, come “non è giusto”, “la vita non è giusta con nessuno”, “perché succede sempre a me?” Succede a tutti. Ma è quello che fai quando succede che fa la differenza. Non avresti mai dovuto fare quella cosa, ma l’hai fatta. Non pensarci più, impara dagli errori e sfruttali per diventare una versione migliore di te stesso. Nella caduta, se hai dei principi, se hai dei valori, cadi sette volte e ti alzi otto.

C’è una piccola storia di un ragazzo che si è perso in una foresta fitta di alberi con il suo cavallo. Disperato, scende dal cavallo e dice: “Non riesco a trovare la via d’uscita”. Il cavallo risponde: “Ma puoi vedere il prossimo passo. Guarda il prossimo passo, e prima o poi, passo dopo passo, gradualmente ti troverai di nuovo fuori”.

“L’ego è sempre presente in ogni fase della nostra vita, ma dobbiamo essere in grado di annullarlo o almeno gestirlo e sostituirlo con l’umiltà e la disciplina. Non abbiate paura di ciò che vi succede nella vita e non giustificatelo attraverso l’ego: sono solo scuse, una storia che vi raccontate e che non dovete farvi convincere a credere. Ci sono momenti in cui siamo deboli e questi ci servono per diventare forti. È normale e va bene avere paura perché ci serve a diventare coraggiosi. Lasciatevi attraversare dai momenti della vostra esistenza e annullate quella voce, quella sensazione di ego che cerca in tutti i modi di impedirvi di viverli.

Siate umili nelle vostre aspirazioni, cortesi durante il vostro successo e forti nel fallimento.

Grazie.”

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